Abbonamenti: abbonamento annuo (2 numeri) con spese di spedizione incluse: Italia € 25.00; Europa € 25.00; Americhe, Asia, Africa € 30.00.

Tramite vaglia postale intestato a:

Odília Sousa - CONTABILARCO

Palheiros Abaixo

9370-034 Arco da Calheta- Madeira (PT)

Dove comprare la Rivista:

Acquistabile online: http://www.joodistribuzione.it

Joo Distribuzione - via F.Argelati, 35 20143 Milano tel. 028375671

Oppure nelle seguenti Librerie:

Vedi elenco qui sotto
rivistapoesiaespiritualita@gmail.com

venerdì 15 agosto 2008

Editoriale

Non vogliamo fare solo una rivista di poesia, il suo titolo è un’ esplicita scelta di campo: quello che ci ripromettiamo è forse qualcosa di più, comunque di diverso: delineare uno spazio di riflessione interdisciplinare nel vasto territorio della spiritualità, inteso nell’accezione più ampia e più differenziata, di cui la Poesia rappresenti tuttavia il punto di riferimento privilegiato, una sorta di stella polare e insieme di possibile comune denominatore.

Pensiamo così di colmare, fra le varie riviste di poesia esistenti, un vuoto e in questa scelta ci conforta l’esempio di alcune riviste storiche che nel Novecento si sono date per tema, in Francia e in Belgio, il rapporto fra Poesia e Spiritualità, quali la rivista Hermès fondata da Henri Michaux prima della seconda guerra mondiale, o l’altra omonima che nel dopoguerra fu diretta da Rolland de Renéville, un seguace del famoso gruppo del Grand Jeu, o ancora quella diretta da Jacques Masui, con il titolo analogo Les amis d’Hermès.

Questa rivista non sarà quindi una mera rassegna di testi poetici e di interventi critici, sia pure secondo criteri di elevata qualità e livello scientifico, ma si sforzerà di sviluppare una linea che la renda riconoscibile secondo questa particolare fisionomia. Niente di simile, tuttavia, a una rivista teoretica o ideologica, ma piuttosto un luogo di concreto confronto che cercherà di dar conto innanzitutto di un’idea alta di Poesia.

Intendiamo infatti perseguire, sforzandoci tuttavia di attualizzarla, una concezione della Poesia oggi per lo più abbandonata, raccogliendo una tradizione che ha visto in essa una delle più alte possibilità concesse all’uomo di attingere a un’esperienza che vada oltre la realtà quotidiana e immediata, e schiuda le porte a una possibile dimensione metafisica.

Poesia, se vogliamo, come ponte verso il divino, o anche esperienza magica, sciamanica, mistica, transe, ma soprattutto come forma di conoscenza - non gioco puramente estetico, o letterario, o anche solo impegno epico, politico e civile - che ci mette in contatto, valicando i limiti delle nostre capacità intellettive razionali, con una zona della psiche che sfugge ad ogni catalogazione e si apre all’ineffabile, affonda le sue radici nel silenzio, si nutre della sensazione, dell’emozione, dell’intuizione e ne fa gli strumenti privilegiati per andare, sia pure a tentoni, verso un oltre che è conoscenza altra, conoscenza privilegiata. Tutta la vera grande poesia lo è comunque, anche se il suo artefice, come succede, dovesse negarlo, ma quello che ci interessa è affiancare alla scrittura poetica un’elaborazione di quell’esperienza spirituale che la Poesia ci fa percepire, attraverso il dialogo e il confronto con le diverse discipline del pensiero e della creatività.

Dopo anni di pensiero così detto debole, di nichilismo, di sperimentalismo sterile e vuoto di significati, e di ideologie materialiste, vogliamo riaffermare la necessità per la Poesia - ma non solo per la Poesia- di un pensiero forte e riallacciarci a un’ antica tradizione sapienziale che percorre, nel nostro Occidente quanto in Oriente, tutto il cammino dell’umanità, giungendo per varie strade e in vari modi a esperienze e conclusioni sostanzialmente equivalenti, e cercare se sia possibile declinarla in un linguaggio nuovo, che esprima le ansie e le speranze del nostro tempo.

La nostra vita, il nostro pensiero hanno perso il loro punto di congiunzione con l’Essere, la cui esistenza e forma non possono venir dimostrate in alcun modo; tuttavia esso continua a essere colto per attimi attraverso i processi analogici dell’intuizione creativa. In tal modo si può ancora postulare l’esistenza di un Senso, sia pure non dimostrabile. Senza questo, la nostra vita e il mondo stesso cadono nel Non-Senso, ed è quanto sta accadendo al nostro mondo di oggi.

Di ciò vediamo ogni giorno le conseguenze farsi più gravi: non solo per il dilagare della violenza, di un’avidità sfrenata, di uno scadimento dei sentimenti, della cultura e delle aspirazioni , di un impoverimento di ogni tessuto connettivo sociale , ma ancor più di ogni percezione di responsabilità, di ogni distinzione fra bene e male, di un’accettazione paurosamente indifferenziata di ogni aberrazione, di una perdita insieme del senso della giustizia e del senso della pietà.

Certo non è un compito facile, forse è anche troppo ambizioso, ma per raggiungere anche solo qualcosa bisogna sempre porsi mete alte e noi crediamo che si debba comunque cercare di reagire alla disperazione in cui tutto questo grande sommovimento ha gettato e getta il mondo e ritornare a trovare nella tradizione una verità che permetta di elaborare un futuro .Ci sforzeremo dunque, sia pure umilmente, all’interno dei nostri limiti, di impegnarci per “una ricostruzione poetica del mondo”(1), e per ritrovare le sorgenti di quel Mistero che è indispensabile alla nostra vita, forse proprio perché non può essere dischiuso, perché, per sua natura, come afferma il grande filosofo rumeno Lucian Blaga nella sua Trilogia della Conoscenza, è e deve rimanere inaccessibile e inattingibile(“La conoscenza può solo dissimulare il mistero o riconoscerlo come tale”).

Chi vuole potrà chiamare Dio questo Essere, questo Senso, questo Logos, intuito più che ipotizzato, ma l’area che ci proponiamo di esplorare non vuole sottostare a nessuna precisa definizione, non vuole avere nulla di dogmatico o peggio di confessionale, se mai preferiamo parlare di un territorio del “Sacro”. Siamo aperti del resto anche alla ricerca di una nuova spiritualità senza Dio, come quella di cui si è fatto propugnatore il filosofo francese André Comte-Sponville.

L’importante è che l’uomo oggi si riappropri di quell’amplissimo spazio che vede interagire da sempre carne e Spirito, psiche e Cosmo, avvicinandosi ad esso per molte strade, tra cui prima di tutto quella della Poesia, ma non solo. Vorremmo tenere come riferimento queste parole di Henry Corbin: “L’immaginazione creatrice è l’organo di percezione di un mondo intermedio dove il corporeo diventa spirituale e lo spirituale prende corpo”.

E’ importante infatti liberarci da certi feticci ideologici che il Novecento ci ha lasciato in eredità e che si sono posti come altrettanto inoppugnabili e assoluti del dogmatismo che volevano distruggere, ma questo deve pur sempre restare atteggiamento, apertura, disponibilità, per non cadere nello stesso errore di teorizzare una Verità impositiva e univoca. In questo la nozione di esperienza, che è consustanziale alla scrittura poetica, e si presenta come verità insieme assolutamente indiscutibile e assolutamente soggettiva, sarà il nostro riferimento nella ricerca di un Assoluto pur sempre relativo, di un Essere in continuo Divenire.

Così la nostra ricerca di Verità nascerà e si alimenterà consapevolmente dal Dubbio, perché per cercare la luce bisogna essere nell’oscurità e il Dubbio è essenzialmente un’interrogazione. La nostra percezione della Verità, nel mondo di oggi, non può che essere ambigua e mutevole, anch’essa in continua trasformazione, ma ci conforterà anche la consapevolezza che il Dubbio deve pur contenere in sé un nocciolo di Verità, qualcosa che, al di là della polpa che si sfalda e si deteriora, postuli una permanenza e riduca la totalità a una misura essenziale.

Nutriamo la speranza di riunire intorno a questa rivista, in quanto spazio ideale della Poesia, del silenzio e della meditazione spirituale, persone che vogliano insieme a noi riesplorare questo sempre nuovo e attuale cammino, nel tentativo di ricostruire non solo poeticamente il mondo, ma l’Uomo all’interno del mondo, in un momento che ci richiede drammaticamente di non giocare con le parole ma di riunire le forze. E crediamo che queste persone non siano poche. Pensiamo quindi a una rivista che non sia autoreferenziale, ma apra un dialogo con un pubblico di lettori desiderosi di accompagnarci in tale esplorazione - e, ci auguriamo, anche di giovani.

Donatella Bisutti

1) desumiamo questa espressione dal titolo di un Festival organizzato da Claudio Pozzani a Genova nel 2004.

0 commenti: